Buttato lì dentro da chi ha un'anima (se di anima si può parlare) più sporca del cassonetto stesso, e preso da qualcuno che ama la vita e gli essere viventi e fortunatamente ha sentito quella piccola voce salire da una buia anticamera della morte.
La storia che ci è arrivata in redazione via mail da un nostro lettore non è certo il primo caso del genere, ma vogliamo raccontarla perché rappresentativa di situazioni che si ripetono spesso.
In questo caso, come in altri, tutto è finito bene, ma chissà quanti esserini perdono la vita in questo modo atroce e assurdo.
Purtroppo quella di buttare i cuccioli di cane o di gatto nei cassonetti è una pessima 'abitudine' piuttosto diffusa.
Una scelta estremamente perfida che potrebbe essere evitata facilmente: chi non può tenere un cucciolo può rivolgersi alle tante associazioni animaliste e chiedere aiuto.
Ma evidentemente per qualcuno è più facile e veloce risolvere così la questione.
Ecco cosa ci ha raccontato il nostro lettore: "Qualche giorno fa ero in giro per le campagne senesi; mi fermo al cassonetto di una stradina di campagna e sento il mugolio, come un pianto, apro il cassonetto e via via che levo sacchetto su sacchetto, il mugolio si fa sempre più intenso.
Mi ci infilo dentro e in fondo trovo questo batuffolo di pelo, ora è con me e sta bene; non sono un eroe e non voglio passare da tale, ma volevo far vedere come la gente sia crudele".
Nessuno è obbligato ad amare gli animali.
Ucciderli però, oltre a indicare una profonda e vigliacca cattiveria, è un reato penale.
Articolo di Patrizia Lucignani
Fonte: La Nazione, 15 novembre 2012
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