Nella fase successiva, il lavoro si dovrà concentrare sul lato caratteriale dell'animale, con qualche differenza tra cane e gatto.
PER IL CANE: diventa fondamentale abituarlo a una vita sociale 'esterna', in cui abbia la possibilità di avere contatti con i suoi simili; portiamolo, quindi, a socializzare nei parchi e nei luoghi, che per lui costituiscono una sorta di 'asilo', ma pretendiamo da esso sempre il rispetto delle regole.
PER IL GATTO: un'eventuale esigenza di convivenza con un suo simile o con un cane, prevede che l'integrazione avvenga in maniera graduale; se il micio è già avvezzo a incontri occasionali, più che probabili se viaggia al seguito della sua famiglia, i contatti con gli altri animali saranno più facili.
Al contrario, soprattutto per quello adulto che è sempre vissuto da solo, occorrerà dedicare agli 'avvicinamenti' molta pazienza e attenzione, stabilendo degli step temporali che man mano aumenteranno di durata.
Non potendo prevedere la reazione del gatto, animale autonomo e geloso per eccellenza, è bene chiarire che il buon esito delle 'manovre' non sarà mai assolutamente certo e dipenderà esclusivamente dalla disponibilità del micio in questione.
Comunque, il consiglio è sempre quello di fare qualche tentativo prima di gettare la spugna!
Fonte: Più Sani Più Belli, febbraio 2013
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