L'incremento progressivo della presenza casalinga di cani e gatti è un fenomeno che interessa il mondo occidentale; esso può essere spiegato in due modi.
Innanzitutto con la diminuzione delle nascite; in mancanza di figli e nell'ancestrale ricordo delle famiglie patriarcali numerose, si tende a sostituire quei bambini che non ci sono più con questi animaletti, sui quali proiettare il nostro istinto di protezione.
Ricevendone in cambio un beneficio psicologico e anche fisico, soprattutto da parte dei soggetti malati (cardiopatici e oncologici) o depressi.
Dunque, una vera 'pet therapy' che serve anche a combattere la solitudine.
Poi, la crisi economica ci porta a ripiegare nel nostro privato; si vive di più in casa; si rinuncia ai viaggi e ai consumi.
E, dentro le mura si cerca la sicurezza nell'affetto del cane o del gatto; come di un orsacchiotto da coccolare.
Il 55% degli italiani ha un animale (con un aumento del 13,6% rispetto al 2012).
Articolo dello psichiatra Alessandro Meluzzi
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